M. Caslini (2025), Come l’obbligo degli Stati di prevenire il genocidio si intreccia e si distingue da quello di garantire la sua non ripetizione?
09 Ottobre 2025
Cosa accade quando uno Stato viene meno all’obbligo di prevenire un genocidio? Una simile violazione solleva profonde questioni giuridiche che toccano il cuore della responsabilità internazionale. Tra gli aspetti meno esplorati vi è l’obbligo, in capo allo Stato responsabile, di fornire garanzie di non ripetizione del crimine di genocidio, e come tale obbligo si sovrappone – e al tempo stesso si differenzia – da quello di prevenire il genocidio.
L’articolo di Martina Caslini, “Come l’obbligo degli Stati di prevenire il genocidio si intreccia e si distingue da quello di garantire la sua non ripetizione?” [How Does the State’s Obligation to Prevent Genocide Overlap with and Differ from that of Offering Guarantees of Its Non-Recurrence?], ha l’intento di delineare con maggiore chiarezza le caratteristiche di questi due obblighi, esaminando cinque questioni chiave nei contesti post-genocidio: (1) la loro classificazione giuridica come norme primarie o secondarie; (2) la loro caratterizzazione come obblighi di comportamento o di risultato; (3) le sovrapposizioni e le divergenze nell’ambito ratione materiae; (4) il loro allineamento temporale; e (5) l’attuazione pratica delle misure previste da entrambi gli obblighi.
I temi trattati sono particolarmente attuali, poiché entrambi gli obblighi sono stati invocati in diversi casi pendenti dinnanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, avviati sulla base della Convenzione per la Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio.
Lo studio sostiene che, in contesti post-genocidio, l’obbligo di prevenire il crimine di genocidio e quello di garantirne la sua non ripetizione, nonostante la distinzione formale, si intersecano in maniera significativa nella pratica, mettendo in luce al contempo le loro differenze e peculiarità.
Questo contributo è pubblicato nell’International Criminal Law Review e può essere consultato, in lingua inglese, qui.